mercoledì 25 aprile 2012

Cosa cerchiamo in un viaggio?





Come si è evoluto il mercato del turismo? Com'è il turista postmoderno? Paroloni. Insomma chi è il viaggiatore di oggi?
Chiediamoci che cosa sia un turista, prima di tutto; un turista è colui che viaggia in Paesi differenti da quello in cui ha la sua residenza abituale, per un periodo di almeno una notte, ma non superiore ad un anno e il cui scopo non sia di svolgere un'attività remunerata all'interno della località di destinazione (World Tourism Organization).
Io non sono tanto a favore del turista che sale sopra al pulmino rosso, munito di macchina fotografica usa e getta e fotografa un palazzo di cui prima non conosceva nemmeno l'esistenza. (Grazie guida che esclami "Questo Palazzo è famoso!")
Fortunatamente il mercato sta parlando a mio favore. Il mercato del turismo culturale (turisti istruiti pronti ad affrontare un'offerta di qualità) oggi è in crescita (P. Dubini 2008). Le esigenze dei visitatori sono diventate sempre più complesse, non basta più contare su un ricco patrimonio di risorse artistiche e culturali per attrarre turisti: bisogna fare di più. E' necessario dare loro la sensazione di trovarsi in un luogo "unico" in cui storia, arte e tradizioni si fondono armonicamente e in cui si abbia veramente voglia di tornare. 
Per catturare visitatori oggi si ricerca lo stretto legame con il territorio, la valorizzazione del tradizionale per dare l'idea di essere immersi in qualcosa di veramente unico e irripetibile.(M. Masucci 2008)
Il contenuto esperienziale diventa quindi un fattore critico nella scelta dei prodotti artistici e culturali. Diventa fondamentale il fatto che sia disponibile una massa sufficiente di elementi di attrazione: sono la varietà e l'unicità le chiavi del successo di una destinazione. Sono gli eventi, il vino, le terme che spingono un turista a visitare il Monferrato e scoprirlo RICCO. (P. Dubini 2008)




Dopo questa premessa molto teorica ma a me cara, tanto quanto il libro dal quale l'ho tratta: "La valorizzazione delle destinazioni" a cura di Paola Dubini e Manuela De Carlo arriviamo al sodo.
Io con cultura intendo anche il cibo, il consciously eating (espressione coniata da me, non so se esista), il ricercare luoghi speciali, tradizionali, dove mangiare; non il solito posto da turisti in cui si mangia male/issimo e ci rifilano un bucatino all'amatriciana tipico italiano a.... VENEZIA o FIRENZE! E il turista di turno applaude il lauto pasto con gridolini di approvazione e torna a casa raccontando di aver mangiato very tipically. Orrore. 





Sto divangando, lo so, starei ore a pronunciarmi con cattive parole sui ristoranti per turisti. Scusate.
Ciò che vorrei sottolineare è che il cibo, la cucina, il buon mangiare sono fondamentali in Italia, un fattore quasi scontato ma che, se ben sfruttato, può diventare il segreto del successo. E' assolutamente parte della cultura: la cultura gastronomica. Da salvare, da valorizzare da premiare!
Nel novembre dell'anno scorso Adele Savarese ha pubblicato un articolo su NinjaMarketing "Sogno Vita Nova, come comunicare una destinazione nel turismo2.0" dove sottolinea, oltre al fatto che la chiave del successo è l'integrazione fra le dimensioni online ed offline, il fatto che bisogna creare una relazione continua con il turista in cui bisogna ascoltarlo. La dimensione dell'ascolto è nuova ad un mondo in cui è stato insegnato a sommergere i clienti di promozioni/informazioni, ecc. Ascoltare il consumatore, turista, viaggiatore: fondamentale. Raccontare esperienze sensoriali diventa necessario ma anche tradizioni, sensazioni, emozioni. Sono i blog gli strumenti attraverso i quali il turista si informa. Perchè? Per trovare "chicche", citando Adele. 
Il cibo è un elemento che come nessun altro sa donare emozioni, unisce le persone, permette di andare veramente al cuore di una popolazione. Siamo quello che mangiamo, no?


Quindi, basta con i sightseeing bus. Per favore!



giovedì 19 aprile 2012

Hug me machine






A Singapore, presso la National University, è stata installata una "Hug me machine" (Macchina "abbracciami") da parte di Coca-Cola e Ogilvy & Mather.
"Put a smile on your face" è la missione della campagna Open Happiness dell'azienda di Atlanta, che si vanta di possedere la formula della felicità.



Non so se la custodisca veramente ma questa curiosa installazione che regala una Coca-Cola ogni volta che la si abbraccia in un modo particolare è veramente fantastica.
Un buon esempio di come rendere interessante un prodotto che ormai è diventato parte della nostra vita, quasi non ci accorgiamo più che ci sia. La Coca-Cola la riusciamo a trovare anche nell'angolo più remoto della Terra, è ovunque, ma è ancora uno dei marchi più all'avanguardia a livello di marketing, non per niente il suo brand è al primo posto nelle classifiche mondiali di notorietà. 
Cosa dire... enjoy Coca-Cola.

venerdì 13 aprile 2012

Ing the thing


Photo by Kara's party ideas



Citando dal libro "L'economia delle esperienze" (Pine e Gilmore 1999), vorrei discutere sul concetto di Ing the thing.
Un produttore, sia esso industriale o anche un semplice negoziante del Frutta e Verdura sotto casa (aggiungo io), dovrebbe concentrarsi sull'esperienza che il cliente vive entrando nel proprio negozio o usando i propri prodotti.
Intendo il "prodotto" anche come servizio che si dona ai propri clienti, quindi anche l'atmosfera o il modo di porsi difronte a chi ci fa la concessione di prendere in considerazione ciò che vendiamo. Un prodotto moderno deve chiaramente avere caratteristiche eccezionali per quanto riguarda la tecnologia e la performance, ma ci si deve spostare quasi necessariamente sull'uso che l'individuo fa di questo bene. Bisogna prendere in considerazione chi lo usa (Schmitt 1999).
I produttori (pensiamo a chi produce attrezzi per sport estremi, in questo modo la comprensione risulta più facile )progettano creazioni per intensificare l'esperienza dell'utente (giacche, zaini, occhiali ecc.), per renderla più magnifica e indimenticabile, spostando l'attenzione dalla difficoltà dell'azione alla derivata facilità di fruizione e permettendo all'atleta di divertirsi. 
Anche i produttori di automobili esperienzializzano le loro auto, sottolineando l'esperienza alla guida: radio super tecnologiche, sedili ergonomici, sensori di parcheggio e quant'altro.
Ma è chiaro che quando ci si sposta in certi tipi di settori (benzinai, editori, elettrodomestici, meccanici) il processo diventa difficile. Come fa un produttore di elettrodomestici a intensificare l'esperienza di lavaggio, asciugatura di una lavatrice? O come fa un meccanico a esperienzializzare l'attesa di un cliente?
Dico io, forse basta mettersi nei panni di chi si reca alla lavanderia o all'officina. Cosa vorremmo trovare? Chiediamoci.
Un produttore di elettrodomestici americano (un esempio a me poco caro, ma efficace)  sostiene che oggi le persone mangino dovunque: difronte alla tv, al lavoro, in auto (ecco perché l'esempio non è di mio gradimento). Ecco perché ha deciso di produrre frigoriferi che si possono inserire nel bracciolo del divano o dietro al sedile.
Tutto questo non si prenderebbe mai in considerazione nella vecchia e arretrata mentalità industriale, concentrata sulla costruzione di frigoriferi all'avanguardia dal punto di vista tecnico.
Bisogna spostare l'occhio su cosa fanno i clienti quando usano il prodotto, qui risiede il potenziale di innovazione.
Se in veste di produttore si comincia a esperienziare , presto i prodotti saranno circonfusi da servizi che aggiungono valore all'atto di usarli e magari poi tali servizi saranno a loro volta circonfusi da esperienze che rendono l'utilizzarli più memorabile. (Pine e Gilmore 1999)

Grazie alle "Lezioni di territorio" presso la Camera di Commercio di Ferrara, un mese fa sono venuta a conoscenza di un esempio carino a supporto di questo argomento.
Il Bed and Breakfast " Casa Portagioia" in Toscana, che è al primo posto su Trip Advisor in Italia e al quarto in Europa, non è certo posizionato in una città o in luogo pulsante della modernizzazione (Castiglione Fiorentino),   ma per l'esperienza che riesce a donare è stato giudicato eccellente, per dirla con Trip Advisor.
Proseguendo nella lettura dei commenti si nota come il punto di forza siano i proprietari, il rapporto che riescono a creare, la personalizzazione in chiave relazionale di un soggiorno. Ecco cosa cerchiamo oggi: relazioni, persone, racconti, dopo  tanti giga e mega bite.

Per questo ritengo vivamente che oggi il Bello e il Moderno non risiedano nell'avanguardia tecnologica o nella modernizzazione degli ambienti (scontati), ma stia nel trovare un'emozione dentro gli oggetti, cercando di capire cosa gli utenti vorrebbero dai nostri servizi.
Forse l'innovazione è solo un sorriso quando si compra un'arancia.

venerdì 6 aprile 2012

Buona Pasqua

Volevo augurare un felice week-end di Pasqua a tutti,
sperando che sia pieno di sorprese felici.

Easter table inspiration, from Amy Atlas


Candle eggs, from Kelsey Kay



From Torie Jayne

Happy Easter to everybody